Quando parliamo di accessibilità associata ai luoghi di lavoro per le persone svantaggiate non facciamo unicamente riferimento a quella legata alla presenza di ostacoli che possono compromettere lo svolgimento dei compiti quotidiani.

Accessibilità vuol dire mettere a disposizione delle persone, svantaggiate e non, tutti gli strumenti necessari ai fini dell’autonomia lavorativa: vuol dire valorizzare al massimo le sue risorse.

L’ arrivo di Internet e la crescita continua della rete informatica hanno introdotto il concetto di accessibilità digitale: come ci si dovrebbe comportare quando la persona svantaggiata viene inserita in una postazione IT? Come possiamo colmare quei vuoti legati ad una cerchia di amici ristretta o situazioni famigliari non propositive?

Seppur fondamentale, favorire l’aggregazione aziendale per rafforzare il senso di appartenenza al team non è sufficiente per una gestione ottimale dell’inserimento di soggetti svantaggiati.

Vediamo insieme quali sono gli altri accorgimenti da tenere per favorire il più possibile questo processo nel mondo lavorativo moderno.

1.L’ORGANIZZAZIONE DELLA SCRIVANIA

Per aiutare la persona ad identificarsi con la propria postazione di lavoro e le proprie mansioni cerca di evitare cambiamenti nella postazione lavorativa.

Crea l’account personale del nuovo arrivato usando nome e cognome e ponendo l’accento sul fatto che questo è di sua proprietà ed è fondamentale per il suo lavoro.

Certamente non puoi prevedere il futuro ma nel caso in cui ci sia un cambio di postazione ti consigliamo di monitorare le reazioni eventuali.

2.SCEGLI SEMPRE CON ATTENZIONE I COMPITI E LE MANSIONI

È evidente che patologie particolari limitano la tipologia e la complessità delle mansioni che è possibile assegnare ad un soggetto svantaggiato.

Se una persona affetta da sordità non può evidentemente occuparsi di ascoltare e riprodurre audio, ci sono delle patologie più difficili da individuare.

Per esempio, una persona potrebbe non essere particolarmente portata per utilizzare il computer oppure potrebbe essere fortemente a disagio nella scrittura perché non parla la lingua.

Fate attenzione alla scelta dei compiti: riservatevi del tempo per conoscere e studiare la persona che avete davanti prima di prendere scelte affrettate o affidargli un compito solo perché nessuno vuole occuparsene!

3.UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE

Prima di “imporre” l’utilizzo di nuovi ausili informatici verifica sempre che il lavoratore svantaggiato non usi tecnologie che possono essere integrati nel processo produttivo.

Individuare gli strumenti e le tecnologie mancanti adesso è molto più semplice.
Nei mesi successivi valuta con attenzione l’effettiva utilità di tali ausili informatici e, solo se strettamente necessario, sostituiscili.

Cambiamenti non strettamente necessari potrebbero destabilizzare e confondere la persona.

4.FORNIRE SEMPRE UNA SPIEGAZIONE DETTAGLIATA DEI PROCESSI

La tendenza a semplificare è frequente nei processi lavorativi molto ripetitivi, tuttavia, durante l’inserimento di un soggetto svantaggiato qualsiasi processo produttivo deve essere rivisto e semplificato.

In queste circostanze è buona cosa adottare un’organizzazione in fase precise e ripetitive perché questo modus operandi aiuta la persona a raggiungere nel tempo buoni risultati ed aumentare la propria produttività.

Anche se i passaggi in cui viene diviso il processo produttivo sono semplici non bisogna mai dimenticare di dedicare del tempo alla persona svantaggiata per spiegargli tutti i singoli passaggi nel dettaglio.

A seconda del soggetto è probabile che queste spiegazioni debbano essere replicate nel tempi: è importante che il tutto avvenga contestualmente all’orario di lavoro e non in riunioni separate perché solo in questo modo l’errore viene effettivamente compreso.

5.ELOGIA I TRAGUARDI ED USA GLI ERRORI COME MOTORE DEL MIGLIORAMENTO

Elogiare un lavoratore per i traguardi raggiunti è buona abitudine non soltanto in presenza di soggetti svantaggiati perché ci permette di accrescere la sua autostima.

Allo stesso modo gli errori non devono essere un pretesto per umiliare un lavoratore, al contrario devono essere sfruttati per scatenare nello stesso la voglia di migliorare.

Questi atteggiamenti sono ancora più controproducenti durante il percorso di inserimento di un soggetto svantaggiato.

6.QUANTO COINVOLGERE LA FAMIGLIA SUI PROGRESSI LAVORATIVI?

Come anticipato, potrebbe accadere che alcuni soggetti svantaggiati provengano da contesti familiari particolari.
Un clima teso in casa influisce negativamente sul lavoratore per questo è molto importante coinvolgere la famiglia al fine di raggiungere l’obiettivo comune di eliminare qualsiasi “impedimento”.

Allo stesso modo è importante informare i familiari dei successi e dei progressi del soggetto svantaggiato perché anche loro possano utilizzarli come leva nei momenti di difficoltà e crisi.